Lo Screening dell’Osteoporosi con metodica ad ultrasuoni molto spesso evidenzia in alcune persone un deficit di mineralizzazione nella ossa definito come osteopenia, quando si parla di carenza, od osteoporosi quando c’è una marcata riduzione che può comportare numerosi sintomi e debolezze.
Nelle carenze, ma anche nella conclamata osteoporosi, si deve far riferimento sempre alla Vitamina D, e cercare di fossilizzarsi un po’ di meno su il mito Calcio (non lo sport…). Questo perché?
Innanzitutto, tutte le vitamine sono INDISPENSABILI per la vita del nostro corpo, e quindi una carenza di Vitamina D è già indice di squilibrio. La Vitamina D è strettamente legata ai processi di infiammazione cronica e alla fisiologia del metabolismo delle nostre ossa. Semplicemente, possiamo dire che la Vitamina D è indispensabile perché è colei che supporta il calcio ed il fosfato nelle loro azioni; e ciò significa che se vi è una carenza, questa si riflette sull’attività metabolica del calcio, riducendo il riassorbimento a livello intestinale e quindi inficiando poi sulla deposizione del calcio nelle ossa, e riducendo la qualità del tessuto osseo!!!
Ecco, detto molto semplicemente perché sì alla Vitamina D, e “rilassiamoci” con l’assunzione di cibi ricchi di calcio…
L’attività della Vitamina D è definita come “para-ormone” poiché svolge attività su organi e apparati, proprio in modo simile ad un ormone, ed è infine una vitamina liposolubile, che quindi si scioglie nei grassi.
Vorremmo soffermarci e aprire una finestra di riflessione non tanto sui benefici, che dovrebbero essere indubbi, in quanto tutte le vitamine sono essenziali per la vita biologica, ma su alcuni dei segreti non detti, legati anche al rischio osteoporosi… C’è sempre meno tempo nelle visite mediche, poca informazione ed educazione che spesso ci porta a compiere passi non corretti senza trarre alcun beneficio su un determinata terapia/integrazione.
Innanzitutto, consigliamo vivamente a chi fosse carente od osteoporotico di fare un controllo di dosaggio ematico del sangue di Vitamina D.
Dopodiché, vi enunciamo alcuni segreti sull’integrazione di questa Vitamina.
1- Il dosaggio e la costanza nell’assunzione soprattutto se si è in severa carenza è fondamentale. La vitamina D ha un’emivita (parametro farmacocinetico che indica il tempo necessario affinché la concentrazione plasmatica di un farmaco si dimezzi) di circa 24 ore, quindi la sua permanenza del corpo è di 24 ore, per poi ridursi il giorno dopo al 50%.
2 – La vitamina D è contenuta è naturalmente contenuta in alcuni alcuni alimenti quali: verdure a foglia verde (spinaci, bietole, broccoli, ecc), i funghi, le uova (sopratutto il tuorlo!), e tutti quei pesci “grassi” come aringhe, salmone, sgombro, tonno, pesce spada,ecc. Sopratutto per chi vive sul mare, non ha scuse, la Vitamina D dovrebbe essere all’ordine del giorno sulle nostre tavole.
3 – Abbiamo detto che a Vitamina D è liposolubile, quindi si scioglie nei grassi, pertanto l’assunzione con l’acqua non è efficace, soprattutto se si integra farmacologicamente con una Vitamina D di tipo oleoso (es. DIBASE DOC). Sarebbe ottimale prenderla con un pezzettino di pane, crackers, qualcosa che contenga quindi i grassi!
4 – The last but least (l’ultimo ma non per questo meno importante), la Vitamina D deve essere “SINTETIZZATA” per poi portare tutti i benefici nelle ossa, nelle articolazioni, nel ridurre l’infiammazione cronica, ecc…
Sintetizzare la Vitamina D significa “attivarla” nei suoi processi metabolici, e questa viene sintetizzata solo e soltanto con l’esposizione ai raggi solari. Bastano solo 10-15 minuti di esposizione al giorno per sintetizzare la Vitamina D e renderla disponibile all’interno del nostro corpo.
Soltanto che… Bè, l’esposizione dovrebbe essere in quelle ore in cui ci sono i raggi UVB, quelli che sono maggiormente concentrati tra le 10 e le 16, e che sono responsabili delle scottature.
Inoltre, l’esposizione al sole dovrebbe essere senza protezione, senza occhiali, non attraverso i vetri, perché tutto questo ovviamente ferma i raggi ultravioletti B che non possono arrivarci e quindi attivare la nostra mitica Vitamina D.
Gli UVB, comunque seppure molto energetici e forti come raggi, non sono quelli che inficiano sulla problematica melanoma, nonostante siano quelli che scottano e bruciano la pelle. Da fare particolarmente attenzione ai raggi UVA, che rappresentano il 95% degli ultravioletti che colpiscono la pelle e sono presenti tutto l’anno, a tutte le latitudini ed attraversano sia le nuvole che il vetro. Essi arrivano a penetrare il derma in profondità alterando la struttura cutanea e sono i principali responsabili dell’invecchiamento della pelle, comportando rughe, macchie solari, perdita di elasticità, secchezza. Sono loro i responsabili di forme cancerogene come il melanoma e il carcinoma cutaneo. Di fatto non provocano eritemi e scottature ma sono in grado di causare danni a lungo termine.
Non vi consigliamo certamente di stare ore ed ore sotto il “solleone”, ma ovviamente bilanciare nel modo giusto ed equilibrato ogni comportamento. 10-15 minuti al giorno di raggi UVB non faranno troppo male, e neanche saranno responsabili di scottature da pronto soccorso.
Quindi, approfittiamo di tutte queste indicazioni per cambiare i nostri preconcetti sulla salute!